Economia circolare, modello economico realmente sostenibile

L’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo di materiali e prodotti il più a lungo possibile.

I principali obiettivi dell’economia circolare sono l’estensione della vita dei prodotti, la produzione di beni di lunga durata, le attività di ricondizionamento e in generale tutte le pratiche che contribuiscono a ridurre i rifiuti al minimo. Una volta che il prodotto ha terminato la sua funzione, i materiali di cui è composto vengono reintrodotti, laddove possibile, nel ciclo economico. Così si possono continuamente riutilizzare all’interno del ciclo produttivo generando ulteriore valore.
I principi dell’economia circolare contrastano con il tradizionale modello economico lineare, fondato invece sul tipico schema “estrarre, produrre, utilizzare e gettare”. Un esempio di cattiva strategia economica basata sul modello lineare, molto diffusa soprattutto negli smartphone, nei computer e in molti dispositivi elettronici in genere è la cosiddetta obsolescenza programmata che limita già in fase progettuale la durata del prodotto.

Verso un’economia circolare

Il modello economico tradizionale dipende dalla disponibilità di grandi quantità di materiali ed energia facilmente reperibili e a basso prezzo.
Ora, però, ci troviamo di fronte a un aumento della domanda di materie prime e allo stesso tempo a una scarsità di risorse. Molte delle materie prime e delle risorse essenziali per l’economia sono limitate, ma la popolazione mondiale continua a crescere e di conseguenza aumenta anche la richiesta di tali risorse finite. L’overshoot day, ovvero il giorno in cui l’impronta ecologica del continente europeo supera la biocapacità del pianeta, si è verificato il 10 maggio dello scorso anno. Vale a dire che se tutti gli abitanti della Terra avessero gli stessi consumi dei cittadini europei sarebbero necessari 2,8 pianeti per soddisfare le nostre esigenze.

Questo bisogno di materie prime spesso deve essere soddisfatto da Paesi terzi creando, in questo modo, una dipendenza sia economica che anche geopolitica: alcuni stati membri dell’UE dipendono da altri paesi per quanto riguarda l’approvvigionamento.

Ultimo aspetto, non certamente per importanza, è l’impatto sul clima. I processi di estrazione e utilizzo delle materie prime hanno un grande impatto sull’ambiente e aumentano il consumo di energia e le emissioni di anidride carbonica (CO2). Un uso più razionale delle materie prime può contribuire a diminuire le emissioni di CO2.

Fonte europarl.europa.eu

Vantaggi del modello circolare

Grazie a misure come prevenzione dei rifiuti, ecodesign e riutilizzo dei materiali, le imprese otterrebbero un risparmio e ridurrebbero nel contempo le emissioni totali annue di gas serra. Al momento la produzione dei materiali che utilizziamo ogni giorno è responsabile del 45% delle emissioni di CO2.

Un’economia più circolare può portare numerosi vantaggi:

  • riduzione della pressione sull’ambiente
  • più sicurezza circa la disponibilità di materie prime e l’indipendenza da Stati terzi
  • aumento della competitività
  • impulso all’innovazione e alla crescita economica (un aumento del PIL dello 0,5%)
  • incremento dell’occupazione – si stima che nell’UE grazie all’economia circolare potrebbero esserci 700.000 nuovi posti di lavoro entro il 2030.

Con l’economia circolare i consumatori potranno avere anche prodotti più durevoli e innovativi in grado di far risparmiare e migliorare la qualità della vita. Ad esempio, ricondizionare i veicoli commerciali leggeri anziché riciclarli potrebbe portare a un risparmio di materiale per €6,4 miliardi all’anno (circa il 15% della spesa per materiali) e €140 milioni in costi energetici, con una riduzione delle emissioni di gas serra pari a 6,3 milioni di tonnellate.

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